Il progetto vuole promuovere ad Arezzo l’affidamento omoculturale, che offre ai minori stranieri la possibilità di incontrare una famiglia a loro omologa culturalmente, disponibile ad accoglierli in un momento difficile della loro vita. Il progetto nasce dalla constatazione della straordinaria crescita delle famiglie straniere residenti nel Comune di Arezzo. L’idea è che queste possano rappresentare, attraverso l’affidamento familiare, una risorsa importante per sostenere altri nuclei in difficoltà, al cui interno vivano minori.
Incontri di sensibilizzazione
organizzati in collaborazione con le associazioni di stranieri presenti in città
Centro per l’Integrazione (Piazza Fanfani - Arezzo) ore 18,30 – 20
Lingua spagnola 20.01.2012
Lingua inglese 27.01.2012
Lingua francese 03.02.2012
Lingua italiana 10.02.2012
Incontro conclusivo del progetto
Centro Affidi (Via Garibaldi, 17/19 - Arezzo) 24.02.2012, ore 18,30 - 20
Codice Adaf
Associazione per la promozione della cultura dell'affidamento e dell'adozione
martedì 17 gennaio 2012
domenica 9 gennaio 2011
Festa della solidarietà
Per un approccio condiviso alla cultura dell’AFFIDAMENTO e dell’ADOZIONE
L’associazione Codice adaf e il Centro di aggregazione Sociale di Pescaiola
invitano alla Festa che si terrà
VENERDI 11 FEBBRAIO dalle ore 16.30 alle ore 19.30
presso il CENTRO di AGGREGAZIONE SOCIALE DI PESCAIOLA
via A. Dal Borro, 16 - Arezzo
Accoglienza alle ore 16,30 con merenda per tutti e a seguire:
• LETTURA di fiabe
• GIOCHI
• DANZE d’animazione per bimbi e genitori
• PESCA con vincita di libri su “Adozione” e “Affidamento”
Vieni anche tu, non mancare!!!
L’associazione Codice adaf e il Centro di aggregazione Sociale di Pescaiola
invitano alla Festa che si terrà
VENERDI 11 FEBBRAIO dalle ore 16.30 alle ore 19.30
presso il CENTRO di AGGREGAZIONE SOCIALE DI PESCAIOLA
via A. Dal Borro, 16 - Arezzo
Accoglienza alle ore 16,30 con merenda per tutti e a seguire:
• LETTURA di fiabe
• GIOCHI
• DANZE d’animazione per bimbi e genitori
• PESCA con vincita di libri su “Adozione” e “Affidamento”
Vieni anche tu, non mancare!!!
lunedì 3 gennaio 2011
Befana 2011
Codice Adaf partecipa alla festa "Una befana per la città" - 6 gennaio 2011 ore 15.30 presso il Palasport "Le Caselle", Arezzo.
martedì 16 febbraio 2010
Incontro conclusivo del progetto
Lunedì 22 FEBBRAIO 2010 - dalle ore 14.00
Presso la “SALA DEI GRANDI” della PROVINCIA DI AREZZO
Piazza Della Libertà 3 - Arezzo
Chairman:
Dott. Maurizio Roveri
ORE 14.00
Registrazione partecipanti
ORE 14.15 Saluti
Saluti delle istituzioni che hanno partecipato al progetto
Provincia di Arezzo, CESVOT, Conferenza dei Sindaci articolazione zonale aretina, Conferenza zonale dei Sindaci del Valdarno
ORE 14.30
Il valore della rete per l’accoglienza
Luciana Checcucci
Presidente Associazione “Codice Adaf”
ORE 14,45
L’esperienza del progetto “Famiglie Comuni - Affidiamoci”
Giorgia Mollo, Alice Gorelli, Elisa Focardi
Operatrici del progetto “Famiglie Comuni - Affidiamoci”
ORE 15.15
Raccontare l’affidamento
Paolo Martinino
Vice Presidente Associazione ASANA
ORE 15.30 Ddibattito
ORE 16.00 Conclusioni
Mirella Ricci
Assessore politiche sociali Provincia di Arezzo
ORE 17.30
“Alice & i Diritti nel paese dei Torti”
Spettacolo teatrale a cura della Compagnia “Il Sogno Utile”
Teatro della Bicchieraia - Via della Bicchieraia, 32 - Arezzo
INGRESSO GRATUITO
giovedì 7 gennaio 2010
L'esperienza di Famiglie Comuni
Il progetto “Famiglie comuni affidiamoci”, promosso dall’associazione Codice Adaf e finanziato dal CESVOT, vede coinvolte 6 importanti realtà del volontariato e dell’associazionismo aretino: “Ass. Donne Insieme”, “Pronto Donna”, “Ass. Il Sorriso”, “Ass. Sichem”, “Famiglia insieme”, “Ass. Valdarnese di Solidarietà”, oltre al Comune di Arezzo, la Conferenza dei sindaci del Valdarno, la Zona Sociosanitaria Aretina e la Provincia di Arezzo. Ciascuno dei soggetti coinvolti condivide l’interesse nei confronti dell’ argomento dei minori e delle famiglie che si trovano a vivere momenti di difficoltà. Tra i primi fondamentali obiettivi a riguardo c’era quello di tornare a parlare di Affidamento Familiare, interrogandosi in merito alla situazione attualmente presente all’interno del nostro territorio e quello di promuovere e rafforzare una rete che fosse realmente attiva e dialogica.
Durante i primi incontri, che potremmo considerare propedeutici all’attività di progettazione vera e propria, i partecipanti, rappresentanti delle diverse realtà territoriali, hanno ritenuto basilare procedere, in primis, ad un consolidamento della collaborazione tra le associazioni presenti all’interno della Zona Socio- Sanitaria e ad una messa in rete delle rispettive risorse, impegnandosi alla riflessione e al confronto.
Convinti della necessità di rilanciare nella nostra Provincia i temi della solidarietà e della sussidiarietà tra famiglie, i soggetti coinvolti in questa rete, hanno creduto che fosse indispensabile lavorare insieme alle Istituzioni (Comune, Provincia, Zona S.S.) in modo da rendere efficace un lavoro sul tema dell’affidamento familiare.
Questo passaggio avrebbe consentito infatti, di ottimizzare l’impegno profuso in modo che ciò che la rete si accingeva a promuovere, potesse aprire la strada a percorsi di lunga durata. Lo sforzo dell’ass. Codice Adaf, capofila del progetto e promotrice dei suddetti incontri, è stato dunque ripagato dalla buona disponibilità al dialogo e al confronto dimostrati da quelle associazioni e Istituzioni che hanno ritenuto fondamentale prendere parte ad una progettazione avvertita come significativa ed utile. Per questa ragione consideriamo uno dei risultati indubbiamente più significativi l’essere riusciti a mantenere nei mesi un contatto e uno scambio sempre costanti con ciascuno dei partner.
La progettazione, dunque, condivisa e costruita insieme, ha portato all’individuazione di alcuni passaggi attraverso i quali si è ritenuto proficuo sviluppare il progetto.
Abbiamo considerato che inizialmente si dovesse svolgere un’azione di sensibilizzazione della cittadinanza al tema dell’affidamento familiare e non solo. Ci interessava, infatti, tornare a parlare di solidarietà, di superamento delle paure e delle diffidenze che spesso ci rendono estranei gli uni agli altri e che alimentano quotidianamente vissuti di solitudine e disinteresse fino alla vera e propria indifferenza. Proprio in tal senso si è creduto opportuno rilanciare il tema dell’affidamento part-time grazie al quale singoli e/o famiglie possano mettere a disposizione le proprie risorse affettive e materiali anche soltanto per poche ore al giorno o alla settimana. Infatti, consideriamo che rendersi disponibili PER una famiglia in situazione di difficoltà (auspicatamente non grave), possa rappresentare un valido strumento di prevenzione da disagi ancor più profondi ai quali il nucleo familiare potrebbe verosimilmente andare in contro se lasciato a se stesso.
Inoltre, ci è sembrato opportuno sottolineare il carattere sempre bidirezionale insito nelle relazioni umane ed, in particolare, nell’incontro tra un bisogno ed una disponibilità. A ben guardare, infatti, il salto evolutivo, inteso in termini di arricchimento esperienziale ed emotivo, andrà a coinvolgere non solo chi trarrà diretto beneficio da un intervento di questo genere, ma anche colui che metterà a disposizione la sua sensibilità, finanche l’intera comunità.
Per tale ragione, dopo un’accurata ricerca sulle forme promozionali diffuse sul territorio nazionale ed internazionale, volta all’individuazione di slogan e messaggi che potessero accordarsi con i nostri intenti divulgativi, è stata ideata l’espressione “AFFIDATI A UN GESTO D’AMORE”. Abbiamo proceduto così, organizzando (con l’aiuto dei partners e delle Istituzioni locali) quattro incontri tematici rivolti all’intera cittadinanza, gratuiti e a cadenza settimanale durante i quali il dott. Tagliaferri e il dott. Francini, hanno condiviso con i partecipanti alcuni aspetti teorici, sociali e pratici dell’Istituto dell’Affidamento Familiare. Per ciascun incontro, inoltre, sono intervenute alcune famiglie affidatarie alle quali dobbiamo un caloroso ringraziamento per aver voluto farci partecipi della loro esperienza.
Trattandosi di un progetto sperimentale, il gruppo di lavoro ha ritenuto che ci si dovesse concentrare su due aree della nostra Provincia ed in particolare la Zona S.S. Aretina e quella Valdarnese. Per tale ragione, in vista di una successiva sperimentazione di nuovi affidamenti part-time proprio in queste aree, gli incontri di cui prima, si sono svolti sia in Valdarno (S.Giovanni, Figline, …..)che nell’area Aretina (Arezzo, Civitella, Capolona). Non sempre, tuttavia, questi ultimi sono stati accompagnati da un’alta affluenza da parte della cittadinanza. Nonostante questo, ci riteniamo soddisfatti dei risultati ottenuti grazie allo sforzo di sensibilizzazione (volantini, manifesti, articoli di giornale, interviste), dal momento che, come abbiamo potuto constatare, la ricaduta sul territorio in termini di interesse ed attenzione all’argomento è stata positiva (soprattutto in considerazione della complessità del tema trattato). Un ruolo tutt’altro che marginale hanno svolto poi, la dott.ssa Baielli e la dott.ssa Matracchi (rispettivamente responsabile e psicologa del Centro Affidi del Comune di Arezzo) con le quali abbiamo, di volta in volta, organizzato le azioni da svolgere e attuato una piena condivisione di intenti. Grazie a questa collaborazione, alcune famiglie che si sono dimostrate interessate a sperimentare questo genere di disponibilità, hanno potuto essere seguite in maniera professionale ed avviate alla messa in atto di affidamenti familiari. La collaborazione col Centro Affidi di Arezzo si è rivelata fondamentale alla realizzazione del progetto anche in considerazione del fatto che tale organo risulta normativamente preposto alla valutazione di aspiranti affidatari e all’attuazione e supervisione dell’affido stesso. Inoltre sono stati realizzati due incontri (uno ad Arezzo ed uno in Valdarno) con gli assistenti sociali delle due Zone in modo che potessero essere informati sul nostro lavoro e potessero considerarlo essi stessi come una risorsa di cui disporre all’occorrenza. Con gli stessi intenti abbiamo contattato, inoltre, le Associazioni dell’area aretina che si occupano di accoglienza di minori ritenendole interlocutori importanti e preziosi oltre che possibili collaboratori.
Da Ottobre in poi, in fine, è in corso l’effettiva sperimentazione di un gruppo di sostegno da parte di affidatari. Questa loro esperienza sarà seguita, come previsto dalla legge, dagli operatori del Centro Affidi ma anche da una psicologa esterna, individuata dall’associazione Codice Adaf, nella persona della dott.ssa Fissi (Fondazione Devoto). Costei si occuperà di condurre gruppi di sostegno ai quali potranno partecipare nuovi e vecchi affidatari. Si è ritenuto infatti, che la costituzione di questa particolare forma di sostegno, potesse permettere a chi si accinge a compiere un’esperienza tanto significativa, di confrontarsi con altri che come lui/lei condividono le perplessità, le preoccupazioni ma anche le gratificazioni implicate in una scelta di questo genere. Ci auguriamo che l’istituzione di questo gruppo possa andare ad integrare a lungo termine le forme di sostegno e le risorse a disposizione di chi intenda avvicinarci all’affidamento familiare e di chi già lo stia realizzando.
Inoltre, le riflessioni e tutto ciò che i partecipanti di questo gruppo sperimentale vorranno condividere, sarà raccolto poi all’interno di questo breve libretto realizzato grazie alla collaborazione dell’Istituto ASANA di Firenze.
Si è creduto, in fine, in accordo con le Istituzioni locali ed in particolare con la Provincia, che si dovessero allo stesso tempo coinvolgere anche le altre tre Zone Socio-Sanitarie (Valdichiana, Valtiberina e Casentino) in modo da creare, quanto più possibile, uniformità tra le aree. Di conseguenza, si è deciso di dedicare, proprio a queste ultime, tre particolari giornate di restituzione, programmate come azioni finali del Progetto e pensate per condividere, con i tecnici ed i responsabili di queste aree, risultati e criticità che hanno interessato l’anno di sperimentazione.
L'equipe del progetto
Durante i primi incontri, che potremmo considerare propedeutici all’attività di progettazione vera e propria, i partecipanti, rappresentanti delle diverse realtà territoriali, hanno ritenuto basilare procedere, in primis, ad un consolidamento della collaborazione tra le associazioni presenti all’interno della Zona Socio- Sanitaria e ad una messa in rete delle rispettive risorse, impegnandosi alla riflessione e al confronto.
Convinti della necessità di rilanciare nella nostra Provincia i temi della solidarietà e della sussidiarietà tra famiglie, i soggetti coinvolti in questa rete, hanno creduto che fosse indispensabile lavorare insieme alle Istituzioni (Comune, Provincia, Zona S.S.) in modo da rendere efficace un lavoro sul tema dell’affidamento familiare.
Questo passaggio avrebbe consentito infatti, di ottimizzare l’impegno profuso in modo che ciò che la rete si accingeva a promuovere, potesse aprire la strada a percorsi di lunga durata. Lo sforzo dell’ass. Codice Adaf, capofila del progetto e promotrice dei suddetti incontri, è stato dunque ripagato dalla buona disponibilità al dialogo e al confronto dimostrati da quelle associazioni e Istituzioni che hanno ritenuto fondamentale prendere parte ad una progettazione avvertita come significativa ed utile. Per questa ragione consideriamo uno dei risultati indubbiamente più significativi l’essere riusciti a mantenere nei mesi un contatto e uno scambio sempre costanti con ciascuno dei partner.
La progettazione, dunque, condivisa e costruita insieme, ha portato all’individuazione di alcuni passaggi attraverso i quali si è ritenuto proficuo sviluppare il progetto.
Abbiamo considerato che inizialmente si dovesse svolgere un’azione di sensibilizzazione della cittadinanza al tema dell’affidamento familiare e non solo. Ci interessava, infatti, tornare a parlare di solidarietà, di superamento delle paure e delle diffidenze che spesso ci rendono estranei gli uni agli altri e che alimentano quotidianamente vissuti di solitudine e disinteresse fino alla vera e propria indifferenza. Proprio in tal senso si è creduto opportuno rilanciare il tema dell’affidamento part-time grazie al quale singoli e/o famiglie possano mettere a disposizione le proprie risorse affettive e materiali anche soltanto per poche ore al giorno o alla settimana. Infatti, consideriamo che rendersi disponibili PER una famiglia in situazione di difficoltà (auspicatamente non grave), possa rappresentare un valido strumento di prevenzione da disagi ancor più profondi ai quali il nucleo familiare potrebbe verosimilmente andare in contro se lasciato a se stesso.
Inoltre, ci è sembrato opportuno sottolineare il carattere sempre bidirezionale insito nelle relazioni umane ed, in particolare, nell’incontro tra un bisogno ed una disponibilità. A ben guardare, infatti, il salto evolutivo, inteso in termini di arricchimento esperienziale ed emotivo, andrà a coinvolgere non solo chi trarrà diretto beneficio da un intervento di questo genere, ma anche colui che metterà a disposizione la sua sensibilità, finanche l’intera comunità.
Per tale ragione, dopo un’accurata ricerca sulle forme promozionali diffuse sul territorio nazionale ed internazionale, volta all’individuazione di slogan e messaggi che potessero accordarsi con i nostri intenti divulgativi, è stata ideata l’espressione “AFFIDATI A UN GESTO D’AMORE”. Abbiamo proceduto così, organizzando (con l’aiuto dei partners e delle Istituzioni locali) quattro incontri tematici rivolti all’intera cittadinanza, gratuiti e a cadenza settimanale durante i quali il dott. Tagliaferri e il dott. Francini, hanno condiviso con i partecipanti alcuni aspetti teorici, sociali e pratici dell’Istituto dell’Affidamento Familiare. Per ciascun incontro, inoltre, sono intervenute alcune famiglie affidatarie alle quali dobbiamo un caloroso ringraziamento per aver voluto farci partecipi della loro esperienza.
Trattandosi di un progetto sperimentale, il gruppo di lavoro ha ritenuto che ci si dovesse concentrare su due aree della nostra Provincia ed in particolare la Zona S.S. Aretina e quella Valdarnese. Per tale ragione, in vista di una successiva sperimentazione di nuovi affidamenti part-time proprio in queste aree, gli incontri di cui prima, si sono svolti sia in Valdarno (S.Giovanni, Figline, …..)che nell’area Aretina (Arezzo, Civitella, Capolona). Non sempre, tuttavia, questi ultimi sono stati accompagnati da un’alta affluenza da parte della cittadinanza. Nonostante questo, ci riteniamo soddisfatti dei risultati ottenuti grazie allo sforzo di sensibilizzazione (volantini, manifesti, articoli di giornale, interviste), dal momento che, come abbiamo potuto constatare, la ricaduta sul territorio in termini di interesse ed attenzione all’argomento è stata positiva (soprattutto in considerazione della complessità del tema trattato). Un ruolo tutt’altro che marginale hanno svolto poi, la dott.ssa Baielli e la dott.ssa Matracchi (rispettivamente responsabile e psicologa del Centro Affidi del Comune di Arezzo) con le quali abbiamo, di volta in volta, organizzato le azioni da svolgere e attuato una piena condivisione di intenti. Grazie a questa collaborazione, alcune famiglie che si sono dimostrate interessate a sperimentare questo genere di disponibilità, hanno potuto essere seguite in maniera professionale ed avviate alla messa in atto di affidamenti familiari. La collaborazione col Centro Affidi di Arezzo si è rivelata fondamentale alla realizzazione del progetto anche in considerazione del fatto che tale organo risulta normativamente preposto alla valutazione di aspiranti affidatari e all’attuazione e supervisione dell’affido stesso. Inoltre sono stati realizzati due incontri (uno ad Arezzo ed uno in Valdarno) con gli assistenti sociali delle due Zone in modo che potessero essere informati sul nostro lavoro e potessero considerarlo essi stessi come una risorsa di cui disporre all’occorrenza. Con gli stessi intenti abbiamo contattato, inoltre, le Associazioni dell’area aretina che si occupano di accoglienza di minori ritenendole interlocutori importanti e preziosi oltre che possibili collaboratori.
Da Ottobre in poi, in fine, è in corso l’effettiva sperimentazione di un gruppo di sostegno da parte di affidatari. Questa loro esperienza sarà seguita, come previsto dalla legge, dagli operatori del Centro Affidi ma anche da una psicologa esterna, individuata dall’associazione Codice Adaf, nella persona della dott.ssa Fissi (Fondazione Devoto). Costei si occuperà di condurre gruppi di sostegno ai quali potranno partecipare nuovi e vecchi affidatari. Si è ritenuto infatti, che la costituzione di questa particolare forma di sostegno, potesse permettere a chi si accinge a compiere un’esperienza tanto significativa, di confrontarsi con altri che come lui/lei condividono le perplessità, le preoccupazioni ma anche le gratificazioni implicate in una scelta di questo genere. Ci auguriamo che l’istituzione di questo gruppo possa andare ad integrare a lungo termine le forme di sostegno e le risorse a disposizione di chi intenda avvicinarci all’affidamento familiare e di chi già lo stia realizzando.
Inoltre, le riflessioni e tutto ciò che i partecipanti di questo gruppo sperimentale vorranno condividere, sarà raccolto poi all’interno di questo breve libretto realizzato grazie alla collaborazione dell’Istituto ASANA di Firenze.
Si è creduto, in fine, in accordo con le Istituzioni locali ed in particolare con la Provincia, che si dovessero allo stesso tempo coinvolgere anche le altre tre Zone Socio-Sanitarie (Valdichiana, Valtiberina e Casentino) in modo da creare, quanto più possibile, uniformità tra le aree. Di conseguenza, si è deciso di dedicare, proprio a queste ultime, tre particolari giornate di restituzione, programmate come azioni finali del Progetto e pensate per condividere, con i tecnici ed i responsabili di queste aree, risultati e criticità che hanno interessato l’anno di sperimentazione.
L'equipe del progetto
lunedì 27 luglio 2009
Incontro con i Servizi sociali del Valdarno
Martedì 28 luglio a Montevarchi ci sarà un incontro con gli assistenti sociali del Valdarno che si occupano di minori per:
- una sintesi del percorso effettuato: riflessioni e valutazioni;
- la programmazione e puntualizzazione delle azioni successive del progetto;
- la condivisione di un'azione di allargamento della rete attivata con il progetto.
Nei prossimi giorni avrete un resoconto dell'incontro.
- una sintesi del percorso effettuato: riflessioni e valutazioni;
- la programmazione e puntualizzazione delle azioni successive del progetto;
- la condivisione di un'azione di allargamento della rete attivata con il progetto.
Nei prossimi giorni avrete un resoconto dell'incontro.
lunedì 6 luglio 2009
Il primo incontro in Valdarno
Il primo incontro dal titolo "Affido, perché mai?: essere accoglienti perché siamo stati accolti" si è svolto a Montevarchi, presso il Centro Sociale Polivalente "La Bartolea" con il dott. Achille Tagliaferri. La partecipazione è stata numerosa e varia: c'erano operatori sociali del Valdarno e di Arezzo, famiglie interessate all'affido, coppie in attesa di adozione o con affidi già in corso. Il servizio di baby-sitting è stato molto utile e anche il banco dei libri sull'affidamento familiare allestito dalla libreria "La Parola" di Figline Valdarno è stato molto apprezzato. Dopo l'intervento del relatore c'è stato ampio spazio per il dibattito e la testimonianza di un genitore affidatario. Numerose le domande dei partecipanti all'incontro... a dimostrazione dell'alto interesse per questi temi.
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